Editoriale n. 4 (2011)

Questo nuovo numero della nostra rivista si presenta particolarmente ricco. In primo luogo, infatti, in esso sono contenuti i testi emersi da un incontro, promosso dall'Associazione Antropologia e Mondo Antico, che si è tenuto a Siena il 6 e 7 ottobre 2011 e che aveva per titolo "I classici degli altri". Per la verità, nella preparazione di questa giornata si era affacciata anche un'altra metafora, che ci era parsa molto azzeccata per definire le nostre intenzioni – si sa che le metafore sono potenti strumenti di conoscenza – ossia: "sbrinare i classici". Che cosa volevamo dire?
   I classici degli altri, ovvero i classici da "sbrinare" prima dell'uso, sono i classici, greci e latini, ma non solo, maneggiati dai non addetti ai lavori. Gli antichisti, i filologi classici, si sa, affidano all'ecdotica, nonché alla lettura che traduce e interpreta, il loro rapporto coi classici, per spiegarli, per formare nuovi editori, nuovi lettori, nuovi esegeti. Ma gli altri? Abbiamo perciò chiesto di raccontare le proprie esperienze a chi i classici li usa davvero, dopo averli regolarmente sbrinati, per usi altri, ma non meno importanti. Chi studia e riflette sulle letterature e sulle culture moderne, chi fa spettacolo e poesia, chi crea messaggi pubblicitari, chi informa i cittadini delle moderne poleis: illustri rappresentanti di queste competenze e professioni sono stati i protagonisti del nostro incontro di Siena. Non sono comunque mancati studiosi e studiose del mondo antico, pronti a dialogare e discutere con gli ospiti, né sono mancati insegnanti dei licei, che propongono ogni giorno i classici ai loro ragazzi e alle loro ragazze chiedendosi sempre qual è il modo migliore per farlo nel migliore dei modi. La giornata si è poi conclusa con un raffinato momento di cabaret: Luca Maciacchini ci ha infatti intrattenuto con il suo "Virgilio è ballabile, ma vuoi mettere Omero?", un recital di canzoni ispirate alla letteratura latina e alla storia romana, di cui furono autori Giorgio Gaber e Virgilio (sarà un caso?) Savona, l'indimenticabile fondatore del Quartetto Cetra. Durante il convegno Francesco Puccio, nostro dottorando, attore e regista teatrale, ha letto testi esemplari tratti da autori classici o che si richiamavano al mondo classico.
   All'incontro era presente anche la Dr.ssa Carmela Palumbo, Direttore degli ordinamenti scolastici del ministero della Pubblica Istruzione, con la quale il Centro AMA ha stipulato di recente una convenzione per proporre nuove linee di conoscenza e di insegnamento delle materie classiche nella nostra scuola superiore. Il convegno senese ha costituito, in qualche modo, il primo atto di questa collaborazione, che si presenta assai promettente.
La seconda parte del numero è invece formata da alcuni saggi non connessi a singole contingenze. Si tratta infatti di originali lavori di ricerca, caratterizzati da apertura ampia, sia temporale che tematica, ma accomunati dallo stesso focus: quello della riflessione antropologica su fenomeni che (almeno di solito) ne ricevono di altro tipo.
   Il numero si chiude con bouquet di saggi a carattere retorico, tutti centrati sui 'discorsi' che accompagnarono la morte di Cesare. L'origine di questi saggi è interessante. Qualche anno fa, infatti, Luigi Spina e Simone Beta dedicarono a questo tema alcune lezioni destinate ai Dottorandi del Centro AMA, nella convinzione che la retorica faccia parte a buon diritto dell'antropologia della comunicazione. Visto il successo del seminario, Spina e Beta proposero lo stesso tema per la XVIII Biennal Conference della International Society for the History of Rhetoric (ISHR), che si è svolto a Bologna nel luglio 2011. I testi presentati all'incontro sono stati rielaborati, e arricchiti dai contributi di due studiosi, uno di oratoria romana (Andrea Balbo) e di retorica greca (Cristina Pepe). In questi saggi la laudatio in morte di Cesare, paradigma di tutte la lodi funebri, rinasce non solo attraverso William Shakespeare, ovviamente, e Bertoldt Brecht, ma anche attraverso il cinema serio e meno serio.
                                                                                     Maurizio Bettini